Le 2 principali tipologie di inchiostri attualmente in uso sulle stampanti inkjet sono:
Inchiostri Dye Base o solubili in acqua: che sono stati i primi a essere sviluppati e sono ancora i più diffusi, inchiostri in cui le molecole del colorante sono disciolte in soluzione acquosa. Sono inchiostri fluidi, generalmente molto brillanti, che penetrano facilmente nella carta, su quella fotografica reagiscono molto rapidamente con il materiale che costituisce la superficie e si essiccano immediatamente. Il risultato è eccellente tra gli svantaggi è osservabile una maggiore sensibilità ai raggi UV con un decadimento del colore più rapido.
2. Inchiostri a pigmento: in questi inchiostri il colorante è composto da piccole particelle in sospensione nel liquido, Il vantaggio principale è la resistenza nel tempo alla luce e all’umidità (ovviamente se l’utilizzo è combinato con carte specifiche). Sono miscele più complesse, e tra gli svantaggi presentano una propensione molto maggiore all’essiccamento negli ugelli delle testine. (Problema incontrato spesso su Stampanti Epson non utilizzate per diversi mesi), inoltre si può riscontrare il fenomeno del “metamerismo”: quando l’intensità della riflessione della luce cambia in base all’angolo di visuale e al colore, a causa alla superficie ruvida dei pigmenti che riflettono la luce in maniera non omogenea, si osserva una brillantezza della foto discontinua.
Non appena sarà possibile cercheremo di analizzare in maniera dettagliata le differenze tra gli inchiostri dei produttori più in vista che attualmente operano nel settore delle Stampanti Inkjet, per rendere chiara la differenza posso fare un piccolissimo esempio per comprendere le differenze esistenti: le Cartucce Canon con testina di nuova generazione hanno al loro internoinchiostro Dye basea base acquosa, mentre le Cartucce Epson originale hanno al loro interno diversi Pigmenti che le fanno prendere il nome di Inchiostri Durabrite.
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